Riflessioni

Anima in vendita

Svendere sé stessi, per sentir qualcosa.

Siamo sempre più vuoti, come macchine di carne che non hanno più ingranaggi.
Dove stiamo andando? Dove troviamo quel brivido che ci ricorda di essere ancora vivi? Cosa vogliamo? 
Siam forse foglie, nella primavera della nostra vita, mosse da un vento che vuole buttarci giù, prima dell’autunno.
Se voliamo, non esistiamo più.

Vendiamo parti di noi stessi, per cercare di dormire più sereni.
Privi di quei pensieri che pesano come montagne e scendono come ancore in un mare nero, insicurezze.
Cerchiamo il calore umano, in foto di pelle nuda che non ci appartiene.
Vuoti involucri che ci stanno troppo grandi, o troppo stretti, o troppo vuoti.

Cosa stiamo facendo? Quando abbiamo smesso di emozionarci davanti a una poesia?
Corriamo via dai demoni che sono ombre, incollati ai nostri piedi, rimangono lì.
Ombre al nostro fianco che ci rendono più pesanti, più gravi, più soli.
Cerchiamo un po’ di luce e ci spostiamo, siamo girasoli.

Ma ci dimentichiamo che dalla luce nasce l’ombra.
Porta in superficie le nostre imperfezioni, celate, per paura di non essere capiti.
Vendiamo le nostre forme per un po’ di compagnia, perché la nostra sostanza ci repelle.
Ma questa oscurità, non è così male, in fondo.

La paura di non essere accettati ci porta ad essere ciò che non siamo.
Come un’ape che colora di nero le proprie strisce, per stare tra le mosche.
Ma le mosche sono mosche, e le api sono api. Circondati da ciò che non siamo, sprofondiamo.
Per non aver detto prima: io ti accetto, a qualcuno piacerai.

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